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La maledizione di Tuthankamon-Prodi


Riassumendo, dopo 2 anni e mezzo:

Mastella: colui che lo pugnalo’ alle spalle non si presento’ nemmeno alle elezioni del 2008 e fini’ per mendicare un posto in lista nel PDL alle Europee. Sparito dalla politica italiana si gode una immeritata pensione a Bruxelles

Bertinotti: la Cassandra che predi’ la fine di Prodi e’ stato politicamente raso al suolo, cancellato dalla memoria collettiva e maledetto dai pochi che lo nominano ancora

Veltroni: l’improvvido ispiratore della caduta del governo Prodi dopo una ingloriosa segreteria costellata di sconfitte, non e’ ancora espatriato in Africa e oramai ravana tra le seconde file del PD in attesa di essere definitivamente cestinato

Berlusconi: colui che armo’ Mastella dopo aver vinto le elezioni del 2008 con la piu’ larga maggioranza nella storia d’Italia s’e’ ridotto nelle medesime condizioni di Prodi: dopo un anno e mezzo di scandali sessuali e finanziari come nessun altro leader di paese civile e il divorzio da Veronica, ormai ridotto a barzelletta internazionale, e’ sfiduciato dal Presidente della camera, infilzato dai voltagabbana e ha deciso di immolarsi come il Professore chiedendo un voto in parlamento ai FELloni traditori.

 

Vite e morti parallele: Prodi e Berlusconi


C’e’ una sorta di contrappasso dantesco nell’epilogo(?) del governo B.

Nel dicembre 2007 Bertinotti, allora Presidente della Camera, sanciva la fine del governo Prodi, che difatti finiva qualche mese dopo su un voto di sfiducia.

Ieri, dopo l’affondo del Presidente della Camera, Berlusconi sfida apertamente l’avversario a un voto di sfiducia.

L’ennesimo paradosso della politica italiana: il Presidente della Camera, supposto difensore della Costituzione, apre una crisi extra-parlamentare. Il Presidente del Consiglio, che quella Costituzione vuole cambiare, si appella a essa per rimanere in piedi, sfidando l’avversario.