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La cosa più ridicola
La cosa più ridicola in questo dibattito sull’alleanza del PD con il Terzo Polo e’ che in tutta evidenza non si farà. E non si farà perché non conviene a Fini e Casini. I 4 lettori di questo blog sanno gia’ che l’UDC alleata con il centrosinistra perde voti, e non ci vuole un fine analista dati per immaginare che succederebbe lo stesso per Fli. Del resto anche i sondaggi, più o meno farlocchi, mostrano la stessa tendenza, il Terzo Polo quando si allea con il centrosinistra perde voti.
Il punto e’ che Fini e Casini giocano una partita di successione a Berlusconi, non di alternativa al Premier. Che invece e’ lo scopo – dovrebbe esserlo – per il centrosinistra.
E’ ovvio che, avendo il medesimo obiettivo, Fini, Casini e Bersani possano avere convergenze tattiche, come la mozione di sfiducia, ma certo non strategiche.
Confusamente questo lo comprendono anche dalle parti del PD, tuttavia immaginano un percorso della crisi che non offre nessun vantaggio a Fini e Casini.
L’alleanza con il Terzo Polo infatti non assicura in caso di elezioni, la vittoria su Berlusconi, espone i due ex-alleati del premier all’accusa di intelligenza coi comunisti e gli fa pure perdere voti.
Peraltro anche il solo annuncio di un CLB (Comitato di Liberazione da Berlusconi, da Tremaglia a Dilberto) per le elezioni farebbe franare Fli assicurando a Berlusconi il margine necessario per gestire la Camera.
A Fini e Casini conviene piuttosto impedire a Berlusconi di vincere al Senato, per poi contrattare un loro rientro al governo, magari spedendolo al Quirinale, assicurandosi la successione a vantaggio dei loro competitor che sono rimasti nel centro-destra, Formigoni e Tremonti.
Per cui, alla fine, il PD stringera’ un alleanza con IdV e SeL e magari raccoglierà un po’ di partitini vari, tipo verdi e radicali, per raccogliere qualche punticino percentuale in più, ma arriverà all’alleanza esausto e senza convinzione, flagellato da mesi di polemiche sulla sua inconcludenza con un corollario di fallimento sulla tattica centrista bersaniana, essere cioe’ il perno centrale dell’alleanza e non il motore principale, la sua avanguardia, come immaginato da Veltroni.
Il risultato sara’ che tutti gli elettori border line, schifati dagli ammiccamenti a Fini e Casini, estenuati dalle continue ambiguità dei leader democratici, finiranno per votare SeL o astenersi.
Un capolavoro, senza alcun dubbio.
Una modesta proposta al PD
Si parla oggi parecchio di alleanze che il PD dovrebbe stringere con il Terzo Polo o altri.
A me la discussione sembra abbastanza vetusta oltreche’ inconcludente per cui vorrei proporre al PD una via nuova e rivoluzionaria.
Il PD dovrebbe mandare a quel paese i vari Fini, Casini e DiPietro – che non sono capaci nemmeno di controllare i loro deputati – e Vendola – che i deputati lui li vede col binocolo – e si allei con l’unica forza sociale rimasta che abbia voti e radicamento sul territorio, oltre alla Lega.
Insomma che il PD si allei direttamente con la mafia! Anzi con le mafie: mafia, camorra e n’drangheta.
I vantaggi di questa proposta dovrebbero sono evidenti a tutti.
Innanzitutto queste tre organizzazioni hanno il pieno controllo di tre regioni, due delle quali chiave per la vittoria elettorale, cioe’ Sicilia e Campania.
Inoltre la loro penetrazione in regioni importanti come la Lombardia e l’Emilia, puo’ da un lato ridurre lo strapotere del centrodestra laddove governa, e rafforzare il dominio del PD laddove e’ questi invece a comandare.
Le suddette organizzazioni poi possono contare su una valente e numerosa manodopera, estremamente fedele, oltre che su capitali quasi illimitati.
Anche un accordo politico sarebbe facile da gestire. I mafiosi infatti son gente pragmatica. Gli si potrebbe cedere ad esempio il Ministero dell’Interno, visto che son bravissimi a gestire l’ordine pubblico, e il Ministero delle Finanze, dato che come riscossori di tasse non hanno rivali al mondo.
Oltretutto il recupero dell’evasione fiscale e’ uno dei cavalli di battaglia del centrosinistra e quindi si unirebbe l’utile al dilettevole.
Se fossero poi ancora ritrosi ad allearsi, gli si potrebbe offrire anche il Ministero dello Sviluppo economico – cosi’ magari mettono a posto definitivamente la Salerno-Reggio Calabria, e magari costruiscono anche il Ponte sullo Stretto e un paio di centrali nucleari -e magari anche quello della Sanità, dove hanno una lunga e fruttuosa esperienza di collaborazione con servitori dello stato.
Anche sul federalismo dovrebbe esser facile trovare un accordo, visto che ormai da anni non parlano piu’ di separatismo, ma sono dei sinceri e solidali federalisti, visto che reinvestono al Nord i soldi lucrati a Sud, oltre ovviamente ad aver risolto l’annoso problema dei rifiuti industriali del settentrione operoso.
Certo ci sarebbero delle controindicazioni per l’elettorato di centrosinistra. Come infatti scordare le frequentazioni con il B. o quella deprecabile tendenza ad ammazzare chi si oppone a loro o tradisce la loro organizzazione? Ma non e’ che gli altri possibili alleati del PD siano scevri di tali difetti, e poi chi tra noi elettori del centrosinistra non avrebbe voluto – metaforicamente s’intende – strozzare lo Scilipoti di turno?
E poi a chi storcerebbe il naso basterebbe ricordare che il realismo, per un grande partito, è una forma di identità. E per battere il B. occorre essere realisti. O no?
Bersani, insomma, ci pensi!
