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Altro che il Ponte di Messina, noi c’abbiamo il tunnel Cern-Gran Sasso!


Tutto vero: l’Italia ha contribuito con 45 milioni di euro alla costruzione del tunnel tra il Cern e il Gran Sasso.
Un tunnel di 730km. Ripeto settecentotrenta chilometri.

Ovviamente il superamento della velocita’ della luce e’ un grande successo della scienza.

Questo e’ il comunicato del Ministero della’Universita’ e della Ricerca. Parole della Gelmini.

Io invece le parole non le ho , giuro non le ho.
Questa e’ la gente che ha in mano la scuola e la ricerca italiana.

Le dimissioni sono troppo poco, per questi qui.

Update delle 13.00

Mi sono un po’ calmato e riesco a trovare le parole adesso. Le castronerie in questo comunicato del ministro sono due.

La prima e’ che ovviamente non esiste nessun tunnel Ginevra-Assergi. Non esiste al mondo un tunnel lungo 730 km. Insomma e’ una fesseria sesquipedale.

La seconda e’ un po’ piu’ sottile, ma non tanto. In breve non c’e’ stato nessun superamento della velocita’ della luce. L’esperimento non serviva a far superare la velocita’ della luce ad alcunché. E neanche serviva originariamente a misurare la velocita’ dei neutrini. Opera sta per Oscillation Project with Emulsion-tRacking Apparatus, cioe’ serviva a misurare le oscillazioni di neutrino. La misura della loro velocità e’ giusto un sottoprodotto.

Insomma l’esperimento ha semplicemente verificato che i neutrini viaggiano piu’ veloci della luce. Non che abbiamo superato la velocità della luce partendo da fermi. 

D’altro canto il CERN non ha dato interpretazioni -giustamente!- per il fenomeno. Lo ha comunicato alla comunita’ scientifica, che ovviamente gli sta facendo le pulci, come si puo’ leggere su Keplero e Borborigmi. Tuttavia amici miei al CERN, che non lavorano all’esperimento, mi confermano che le misure sono solide e credibili.

Insomma, e’ un primo passo verso un territorio inesplorato. Magari rimarra’ un risultato isolato e inspiegabile, magari porterà a una nuova rivoluzione scientifica.

Cio’ che rimarra’ purtroppo sono i comunicati deliranti della Gelmini, che ancora campeggiano in bella mostra sul sito del Ministero.

Lo stato miserando della demoscopia (e dell’istruzione) in Italia


I genitori dei bambini di quinta elementare sanno che in questo periodo i loro pargoli stanno per affrontare le prove Invalsi, ovvero il mega test nazionale che fa un po’ le veci del defunto esame di quinta. L’idea in se’ non e’ cattiva, l’avere un test a livello nazionale misurabile, intendo, non certo l’aver cancellato l’esame di quinta, come non e’ cattiva l’idea di raccogliere qualche dato statistico sui genitori dei medesimi pargoli, giusto magari per investigare i legami tra reddito o livello di istruzione dei genitori e i risultati al test dei pargoli medesimi.

Ed e’ in quest’ottica che mi e’ arrivato in casa questo mirabolante questionario.

La prima cosa che mi e’ saltata all’occhio e’ che e’ incompleto. Mancano, a mio parere, almeno le indicazioni sul reddito e  anche quelle sulle dimensioni delle città di residenza dei genitori, giusto per avere una distribuzione territoriale dei risultati, ad esempio . Sarebbe stato anche interessante raccogliere lo stato della famiglia: monoparentale, genitori divorziati, numero di figli, ecc. ecc. Ma evidentemente son dati che non interessano al ministero.

Ma andiamo nel dettaglio. Cominciamo con il Luogo di Nascita. Secondo me qui l’estensore del questionario vorrebbe investigare l’andamento dei risultati degli alunni in base al fatto che la lingua madre del genitore non sia l’italiano, cosa anche interessante, ma non certo ottenibile con questa domanda. Infatti uno puo’ tranquillamente nascere all’estero, e arrivare in Italia a 2-3 anni e quindi parlare l’italiano come lingua madre. Dettagli, direte. Transeat.

Ma andiamo piu’ nello specifico. Le opzioni per il rispondente sono 4, con tanto di nota esplicativa:

  • Italia (felicemente stupito che non ci siano le opzioni terronia/polentonia viste le recenti uscite della ministra);
  • UE e qui gia’ andiamo in panico perche’ a me risulta che l’Italia stia nella UE, per cui io dovrei barrare entrambe le opzioni;
  • NUE un neo acronimo splendido, mai visto prima, che significa, secondo la nota, tutti i paesei europei NON appartenenti all’UE;
  • Altro (resto del mondo no?);
  • Non disponibile (a rispondere a questa domanda o a seguire la Gelmini nelle sue scempiaggini?)

Alla voce Titolo di Studio poco da eccepire, tranne forse la mancanza di una voce per registrare i titoli post laurea (dottorato o MBA) e l’onnipresente ambiguo Non Disponibile.

Ma la cosa meravigliosa e’ la voce Occupazione. Qui abbiamo nell’ordine

  • Disoccupato (tanto se non lo sei, lo sarai a breve);
  • Casalingo (le pari opportunità avanzano);
  • Dirigente, docente universitario, funzionario (de che?) o ufficiale militare.
  • Imprenditore/proprietario agricolo (ah i latifondisti di una volta)
  • Professionista dipendente (cos’è un professionista dipendente? qualcuno me lo spiega?) sottufficiale militare o libero professionista (medico, avvocato, psicologo,ricercatore, ecc.) Ora, a parte che medico e psicologo possono tranquillamente stare nella stessa categoria, ma io non ho mai visto un ricercatore che sia libero professionista: quei pochi che ci sono o lavorano per lo stato o per una delle 4 aziende che ancora fanno ricerca in Italia. In ogni caso fanno lavoro dipendente.
  • Lavoratore in proprio (commerciante, artigiano, coltivatore diretto, meccanico, ecc.);
  • Operaio,addetto ai servizi/socio di cooperativa (mi risulta che esistano cooperative che non fanno “servizi” alla persona, ma vabbe’);
  • Pensionato;
  • Insegnante, impiegato, truppa (!) e questa e’ la vetta eccelsa del questionario poiché svela in maniera magistrale come il Ministero dell’Istruzione consideri i suoi dipendenti, cioè carne da cannone da dare in pasto a Tremonti.
  • Chiude il tutto l’ennesimo ambiguo Non disponibile.

Mi chiedo come mai manchino voci essenziali come precario/cocopro o ancora a casa da mamma’.

Quali dati sensati si possano trarre da questo questionario confuso e ambiguo, scritto probabilmente da un dirigente ministeriale di carriera (i titoli di studio ci sono tutti eh, non ne manca uno almeno fino alla laurea) con il papa’ generale dell’Arma, ve lo lascio immaginare.

Ma forse il punto e’ proprio quello al Ministero dell’Istruzione: non avendo idee in proprio, avendole appaltate a Tremonti e Bossi, la si vuole buttare in caciara.