Scuola e spesa pubblica
Marco Campione riassume qui i risultati dell’analisi dell’ OSCE sulla scuola.
Ovviamente sono dati che smantellano le favolette che la Gelmini propina agli italiani, su tutte quella degli stipendi che succhiano il 90% del bilancio.
Tuttavia mi sento di avanzare una critica a Marco.
A pag. 58 del rapporto si dice che l’Italia spende per la scuola il 4,5% del PIL contro una media del 6,2%
a pag. 61 un bel grafichetto ci mostra come lo stato italiano spenda in istruzione solo l’8,2% contro una media OSCE di oltre il 15%
Infine a pag 67, un altro bel grafico ci dice che in stipendio degli insegnanti spendiamo quanto Spagna e Germania, in percentuale (anche se con distribuzioni diverse tra secondaria e Universita’)
Per cui l’ossessione degli stipendi (troppi e troppo bassi) in realta’ e’ il solito specchietto per le allodole tout-court.
Portassimo infatti la nostra spesa pubblica a livello della media europea, chesso’ magari varando un grande piano di ristrutturazione della nostra edilizia scolastica, mettendo in piedi aule multimediali serie, potenziando il tempo pieno, la percentuale dei miseri stipendi degli insegnanti, crollerebbe ben aldisotto del 70% (e ci sarebbe spazio per tranquillamente aumentare gli insegnanti e gli stipendi, senza sforare le medie OSCE)
Pubblicato il 8 settembre 2010, in Politica, Scuola, società con tag Education at Glance, Gelmini, OSCE, Scuola. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 8 commenti.
Solo per mia comprensione: perché parli di “critica”. Anche in virtù di queste considerazioni ho proprio corretto Cereda nell’ultimo punto della sua sintesi. Lui ha scritto “troppo”, io ho scritto “molto”. Spendiamo molto, non troppo e per diminuire l’incidenza degli stipendi ovviamente bisogna aumentare le altre spese. Poi spendiamo anche male, ma i risparmi derivanti dal miglioramento della qualità della spesa dovrebbero comunque tornare ai docenti (magari non solo come salario, ma qui si va troppo nel tecnico)
Marco secondo me anche il punto “spendiamo molto in stipendi” e’ sbagliato.
Spendiamo in percentuale quanto Spagna e Germania, ma in assoluto meno, perche’ la nostra spesa pubblica per l’istruzione e’ inferiore alle loro.
Potremmo dire al limite che, rispetto all’europa abbiamo uno squilibrio tra docenti di scuola e universitari, in termini di spesa percentuale spendiamo piu’ della media per le scuole e sotto la media per le universita’, ma temo che questa dipenda, oltre dall’eterno precariato che supplisce alle funzioni docente, al fatto che oi produciamo meno laureati della media europea (insomma ci sono meno insegnanti universitari)
Credo infatti che il discorso sulla percentuale degli stipendi, sia ottimo a sviare il problema. E’ un classico della politica trash che ci impone il berlusconismo imperante, si prende un aspetto del problema, lo si travisa, si da’ una pseudo soluzione a quel problema, et voila’ il problema scuola e’ risolto.
Il problema economico della scuola non e’ che paghiamo troppi insegnanti e’ che invece ci spendiamo (nella scuola) poco, sia come pubblico che come privato.
Le tabelle, specie quella sulla spesa pubblica, per me sono angoscianti.
gli insegnanti erano troppi alle superiori e troppo pochi nel primo ciclo. dico erano perché con i tagli, alle superiori ora non sono più troppi (erano troppi perché 36-38 ore settimanali di lezione erano troppe).
spendiamo molto io lo intendo da un lato con quel ragionamento che fai anche tu sugli squilibri (più che nell’università – comunque necessario – a me premerebbe aumentare le risorse per la terziaria non universitaria). ma lo intendo anche come spendiamo molto rispetto ai risultati (e il ragionamento sulla qualità che ho fatto prima va in quella direzione)
Si capisco, pero’ tu scrivi, “spendiamo molto in stipendi” non “spendiamo molto in stipendi rispetto ai risultati”
Il che poi, secondo me, non e’ neanche particolarmente vero se vai a prendere i risultati TIMMS E PIRLS, specie per il dopo-primarie.
Quanto spendiamo, tanto otteniamo.
Cominciamo a riportare i livelli della spesa pubblica a quelli tedeschi, aumentiamo gli stipendi alla media europea, investiamo in formazione (seria) agli insegnanti (i.e. no Forcom et similia please) E poi se ne riparla dei risultati.
Se accettiamo questo terreno di scontro, quello della destra e della Gelmini, perdiamo
non dovremmo neanche metterci a parlare di tagli (lineari e non), semplicemente dire e ripetere che e’ una vergogna che l’Italia spende meno di tutti in scuola in Europa, e che i risultati mediocri sono figli di questa politica di spesa
capisco cosa intendi, ma non sono del tutto d’accordo.
Il tema della qualità della spesa non è terreno della destra, ma nostro. Aggiungo che l’approccio “mettici i soldi e poi vediamo che succede” è quello che ha regnato in italia per tutta la cosiddetta prima repubblica e non ha funzionato. non funziona nemmeno più dal punto di vista del consenso, secondo me, ma anche funzionasse lo respingo perché non funziona dal punto di vista dei risultati…
Prima si eliminano gli sprechi (e la gelmini non lo ha fatto, complicando il quadro) e poi si redistribuisce.
l’unica cosa che ha fatto la gelmini di utile a questo scopo e la riduzione del numero delle ore alle superiori. per il resto sarà difficilissimo intervenire.
pensa alla primaria: noi chiediamo il ripristino del tempo pieno (quello vero) dove c’era e una sua progressiva estensione. cosa “facile” perché basta trovare i soldi per il personale. ma sarà invece complicatissimo (se non impossibile) ripristinare il modulo, che pure è più funzionale in alcune aree del paese. E a questo ci costringe una “riforma” che non ha avuto il coraggio di andare a vedere dove si assegnava personale per fare 30 ore e se ne facevano 24…
Marco, secondo me, se spendiamo in percentuale meno di tutti gli altri paesi europei nella scuola significa che non c’e’ spazio ulteriore al taglio degli sprechi.
Se gli insegnanti hanno uno stipendio da fame, manca la carta igienica nei bagni, e le classi straripano di studenti, mi spieghi dove si taglia per investire in ristrutturazione delle scuole e aule multimediali?
Tu mi dici che l”approccio “pompa i soldi e vedi quello che succede” e’ semplicistico.
Vero, io non pomperei dentro soldi rimettendo mano seriamente a didattica, programmi e infrastrutture, non assumendo nuovi insegnanti, cosi’ per far numero.
Tuttavia quando tu mi dici “ripristiniamo il tempo pieno”, cosa giustissima peraltro, che era il settore migliore della scuola (e infatti e’ stato subito smantellato dalla Gelmini)
mi dici proprio questo: pompiamo soldi riassumendo insegnanti.
E per risolvere il problema dei “finti tempi pieni” cominciamo a costruire mense scolastische nel meridione, e vedrai che i finti tempi pieni spariranno.
La cosa tragica della Gelmini e’ che ha affossato l’unico pezzo funzionante della scuola italiana per niente!
ricordiamoci che è anche normale che il 90% della spesa del ministero (non di tutta la spesa per l’istruzione) se ne vada in stipendi, visto che all’infrastruttura scolastica ci pensano gli enti locali. Questa spesa degli enti locali è contabilizzata nei dati OCSE? suppongo di sì.
noi ce lo ricordiamo: è il ministro che fa il furbo 🙂