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Civati, Renzi, Bersani e via rottamando


Ci sono state in queste settimane diverse iniziative politiche di rilievo nell’area che afferisce al PD: i TQ al’Aquila, i Civacchiani a Bologna, Renzi a Firenze e Bersani a Napoli. Un tempo mi sarei schierato abbastanza facilmente per una qualsiasi delle correnti che si affronterebbero in un ipotetico congresso. Stavolta pero’ , forse per stanchezza, forse per disillusione, nessuno di loro mi ha emozionato, e poiche’ secondo me non si puo’ fare politica senza emozionare li ho seguiti in maniera distaccata, da lontano.

Credo che tutti loro stiano facendo dei grossolani errori, per altro speculari.

Bersani semplificando ritiene, o almeno si muove in quell’ottica, che la politica si giochi negli accordi tra le élite dirigenti siano esse politiche, economiche o religiose. I imiti di tale approccio mi paiono cosi’ evidete che non sprechero’ parole su di loro.

Civati e Renzi invece fanno l’errore opposto riducendo la questione politica al ricambio generazionale all’abbattimento dell’attuale élite dirigente del PD.

Ora anche qui io ho semplificato molto, tuttavia rimane il fatto, secondo me sottovalutato dai rinnovatori del PD, che Bersani non e’ un generale senza esercito, anzi ha un bello zoccolo duro su cui ha vinto un congresso 3 anni fa.

Il problema, nell’ordine, del PD e del centrosinistra e’ che nessuno dei due gruppi (rinnovatori/rinnovandi) ormai e’ egemone nell’area politica. E’, al momento, un dialogo tra sordi perche’ nessuno dei due vuole sentire le ragioni dell’altro e si guatano da lontano con malcelata insofferenza. Tuttavia entrambi sono necessari per vincere e mentre Bersani vede nei rinnovatori i movimentisti elitari d’antan, costoro invece pensano che eliminando i rinnovandi il loro blocco sociale gli caschi tra le braccia senza colpo ferire. Entrambi a mio parere sbagliano commettendo due errori speculari che compromettono seriamente le possibilità di vittoria alle prossime elezioni, o quantomeno rischiano di rendere la vittoria monca e ambigua.

Io spero che esca fuori qualcuno che sappia fare la sintesi dei due blocchi, ma sono piuttosto pessimista.

 

Il berlusconismo applicato al PD


Ora, il video di presentazione della candidatura di Franceschini mi aveva gia’ fatto pensare e lasciato un po’ perplesso, ma in fondo l’avevo catalogato nelle stramberie comunicative che affliggono il PD. Pero’ oggi, tornando alla famosa intervista alla Serracchiani noto che, prima, ha incardinato il dibattito congressuale sui simpatici/antipatici (ovvero buoni/contro apparato), poi ha anticipato Bersani visto che si parla più di lei che di lui, e infine ha smentito.

Insomma ha replicato il paradigma comunicativo berlusconiano. La cosa mi inquieta, fermo restando che di idee se ne sono viste pochine e, magari, quelle sono meglio.Pero’ no, non mi sto divertendo.