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Sei pezzi meno facili


More about Sei pezzi meno faciliQuesti sei capitoli costituiscono una sorta di corso introduttivo alla relatività generale. Introduttivo alla maniera di Feynman pero’, che vi dissemina, specie egli ultimi capitoli, alcune bombe a scoppio ritardato, destinate a deflagrare anni più tardi nelle teste dei suoi (s)fortunati studenti.

La struttura ragionata di questi “Sei pezzi meno facili” me li fa decisamente preferire ai loro predecessori che peccano o di una genericità al limite del compendio, o di una ricapitolazione sorpassata dalla storia.

L’equazione dell’anima


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L’idea comune, quasi un archetipo!, che si ha dello scienziato nel mondo moderno e’ di un uomo fondamentalmente algido, immerso nei suoi numeri e sostanzialmente indifferente alla vita sociale. Curiosamente lo scienziato puo’ essere anche geniale, anzi lo si pretende, purtuttavia il binomio genio e sregolatezza gli e’ precluso, essendo quest’ultimo appannaggio dei creativi, cioe’ musicisti, pittori ai quali si associa peraltro una vita bohemiene. Nella realta’ e’ evidente che le funzioni creative e analitiche si mischino tanto negli scienziati quanto negli artisti, purtuttavia se sugli artisti gli aneddoti della loro vita scapestrata si affastellano, poco si e’ indagato sulle vite per cosi’ dire movimentate di uomini quali Feynman e Pauli, e dell’impatto della loro vita personale sulle loro ricerche e viceversa. E’ pertanto molto interessante e direi pure meritevole l’operazione di Arthur Miller che nell'”Equazione dell’anima” indaga i rapporti tra Pauli, uno dei giganti della fisica di inizio secolo, e Jung, che lo ebbe in cura, fatto nascosto per lungo tempo su desiderio di Pauli che temeva la disapprovazione della comunità scientifica, e del loro tentativo di gettare un ponte tra fisica e psicologia. Il saggio, dotato di ricca bibliografia, ben analizza il lavoro di Pauli in relazione alle sue problematiche psicanalitiche,  riproducendo il senso di smarrimento di un genio a fronte dei rivolgimenti scientifici, storici e sociali cui assistette da assoluto protagonista almeno in campo fisico sottolineando come, da un certo punto in poi, la psicoanailisi e l’autonalisi diventino un motore della ricerca scientifica di Pauli.

Tuttavia il libo ammicca un po’ troppo al lettore facendo presagire chissa’ quali legami tra fisica e occultismo e perdendosi soprattutto nell’ultimo capitolo dedicato alla costante di struttura fine in futile numerologia, a mio parere solo per giustificare il marketing del libro, anche se nel corso del libro l’autore ha ben chiarito l’importanza della medesima dal punto di vista fisico.
Cio’ non toglie che la sua lettura sia in linea di massima godibile e estremamente interessante.