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#2141
Il messaggio televisivo del B. di questi minuti conferma la giustezza del fatto che si debba bastonare il cane mentre affoga.
Questo perche’ sebbene il B. sia al nadir della sua carriera politica ha ancora tantissime risorse, se non altro materiali, un nutrito gruppo di seguaci sconfitti, senza speranza e quindi rabbiosi, e un nocciolo duro di elettori, costruito in 30 anni di plagio televisivo, che lo seguirà perinde ac cadevere, il suo e il nostro ovviamente.
Si apre adesso una fase politica difficilissima, per svariati motivi. Al momento PD e UDC stanno cogliendo i frutti del loro sostegno al nascituro governo Monti, da quello che vedo infatti il PD intravede la soglia del 30% mentre per l’UDC potrebbe essere possibile un risultato in doppia cifra.
Questi livelli di consenso potrebbero non durare, specie se le “riforme” andranno a toccare la parte viva del paese. Entrambi i partiti per ora non hanno altre scelte che sostenere in maniera intransigente il governo tecnico. In caso di successo di Monti coglierebbero i frutti del loro appoggio e andrebbero tranquillamente a vincere le elezioni nel 2013 da soli o con l’apporto di SEL e IDV.
Per la Lega invece si aprirebbero le praterie della protesta sociale che condirebbe coi soliti toni razzisti e xenofobi, probabilmente mietendo consensi nelle fasce piu’ a rischio della popolazione. La cosa e’ abbastanza pericolosa perche’ la cerniera che il PDL faceva tra i leghisti e il mondo istituzionale potrebbe saltare completamente come conseguenza del disfacimento del partito del premier e della sua necessita’, per i prossimi mesi almeno, di tenere un rapporto ambiguo con il nascituro governo Monti, che non vuole ma che non puo’ fare a meno di accettare perche’ altrimenti sarebbe additato a causa principe del default italiano (e dell’euro)
Il PDL provera’ in tutti i modi a spaccare l’ex-opposizione sul nodo del mercato del lavoro. Qui pero’ deve essere Monti a giocare intelligentemente le sue carte e a non varare riforme troppo indigeste a quello che sara’ il partito piu’ grande della sua maggioranza.
La sorte di DiPietro rimarra’ invece legata a quella del B. Se il premier si eclissera’ anche DIPietro fara’ la medesima fine, se rimarra’ in campo Tonino continuera’ a fare il guastatore.
La posizione di SEL sara’ invece dettata dalla durezza delle riforme di Monti. Qualora fossero accettabili, i.e. niente abolizione dell’art.18 e un intervento non troppo invasivo sulle pensioni, rimarra’ allineata al PD, altrimenti se ne allontanerà. In ogni caso il suo risultato sara’ legato al successo di quelle riforme.
Tutto questo al netto di altre variabili impazzite, tipo un peggioramento delle condizioni di Bossi o una condanna pesante per il B. o anche un ulteriore deteriorarsi della situazione economica dell’Italia
Bisogna bastonare il cane mentre affoga
I problemi dell’Italia esistevano da prima che Silvio Berlusconi decidesse di fare politica per salvare le sue aziende. Tuttavia le sue responsabilita’ sono enormi nell’averli fatti incancrenire tutti in questi venti anni a causa del suo velleitario ideologismo neoliberista usato per mascherare il cinico pragmatismo di chi ha incrementato il proprio patrimonio fino ai quasi 10 miliardi di euro attuali.
Come spiega benissimo Malvino le dimisioni post-datate sono un altro errore, dopo il mese di tempo gentilmente concessogli l’anno scorso dal Presidente della Repubblica che gli permise d mettere insieme il gruppo farlocco dei Responsabili, e trascinare in lungo una situazione che era chiaramente senza sbocchi, facendo pagare un prezzo salatissimo al paese mentre lui provava per l’ennesima volta a ricomporre i suoi guai finanziari e giudiziari.
Ora e’ chiaro, chiarissimo, che lui continui a tirarla per le lunghe per non consentire l’arrivo di un governo al lui, anzi alle sue aziende, ostile o quantomeo autonomo, con una agenda che non ricalchi le sue personali necessita’. Come e’ altrettanto logico che voglia metterci un lacche’ alla sua testa.
Per cui userà questo tempo per provare a ricomprarsi qualche scontento e per dividere le opposizioni ficcando nella legge di stabilita’ qualche norma indigeribile ad una parte di esse, probabilmente sul mercato del lavoro, ammantandosi di europeismo e colpendo ovviamente quei segmenti popolari piu’ lontani da quel blocco sociale che e’ lo zoccolo duro del suo bacino elettorale.
Che queste misure passino o meno, avrà almeno seminato zizzania, avrà provato a gettare sulle opposizioni parte dei suoi fallimenti e avrà tentato di dimostrare che non c’e’ una maggioranza alternativa alla sua.
Tuttavia e’ in un momento di oggettiva debolezza e una opposizione ferma e compatta puo’ arginare questi colpi di coda, se ha coscienza che Berlusconi non e’ ancora finito, che ha ancora enormi risorse finanziare e mediatiche a sua disposizione.
Per cui, no excuse, aldila’ di quello che oggettivamente si pensi su alcune misure, Bersani, Casini e DiPietro si devono muovere all’unisono, prendere in mano la legge di stabilita’ e imporla alla ex-maggioranza sfarinata, senza farsi dividere o tentare dalle polpette avvelenate che il berlusconi ferito disseminera’ sicuramente lungo il percorso.
Queste due settimane dovranno servire anche per capire se effettivamente ci possa essere spazio per un governo tecnico, che pero’ non potra’ essere appoggiato dal Berlusconi per l’ovvio motivo che questo appoggio sara’ assolutamente tattico e impedira’ qualunque “riforma” che non sia a danno dei ceti popolari, men che mai riforme che posano toccare il suo core business. Per cui, o si stacca un gruppo di deputati dal PDL, e con questi si mette in piedi un governo serio, o e’ meglio votare subito, con la coscienza che la Lega all’opposizione usera’ l’antieuropeismo e la xenofobia per riguadagnare il terreno perduto, mentre il Berlusconi pompera’ soldi nel PDL e sparera’ a palle incatenate e ad alzo zero contro chiunque tocchi i suoi interessi tramite le sue televisioni e i suoi giornali.
E piu’ tempo passa maggiori sono le chanche che il cane tocchi la riva.
