Le poche cose che ho capito sulla Libia
Nelle settimane passate c’e’ stato un tentativo di colpo di stato in Libia mascherato da rivolta popolare. Non saprei definire altrimenti una finta rivoluzione nei primi momenti della quale alcune élite del passato regime, penso alle varie ambascerie estere che si sono dimesse nell’immediatezza degli scontri e a vari ministri del governo libico, si sono o dissociati da Gheddafi oppure han preso direttamente la testa della rivolta.
Se il golpe fosse pensato in proprio con la benevolenza di svariate entità governative e economiche occidentali oppure direttamente insufflata da esse e’ una cosa che probabilmente non sapremo.
Fatto sta che, come tutti i putsch che si rispettino, il fattore tempo e’ vitale per i golpisti.
Purtroppo per loro Gheddafi riesce a resistere alla prima (e unica) ondata di rivolta e dopo qualche giorno passato nei suoi bunker a delirare organizza il contrattacco, in maniera spietata.
Chi puntava a un suo veloce rovesciamento rimane fregato, specie quelli sul campo, che privi di un serio appoggio militare nonché politico sia interno che esterno, perdono velocemente tutte le posizioni conquistate.
Gli altri, quelli non sul campo, tentano di salvare il salvabile con la scusa dell’intervento umanitario.
Qui Gheddafi compie un errore perché le sue rappresaglie sono tali da fornire la scusa per una pasticciatissima risoluzione dell’ONU.
Armati di questo ambiguo pezzo di carta, che non definisce ne’ obiettivi politici, ne’ militari, ne’ ruoli ne’ responsabilità, Francia, GB e USA si danno al bombardamento del territorio libico -la gallina che per prima bombarda e’ quella che ha fatto l’uovo!- nella totale disorganizzazione e con obiettivi politici palesemente differenti, nell’insofferenza della Turchia e della Lega Araba che per di più’ non hanno alcuna voglia di vedere sventolare le bandiere della nato nel mezzo del NordAfrica.
E l’Italia? L’Italia non ha ne’ le palle per difendere Gheddafi, che e’ un dittatore amico con il quale abbiamo notevoli interessi economici e finanche politici, ne’ ha la credibilità per mettersi alla testa della coalizione dei volenterosi e per ragioni storiche – il nostro passato colonialista in Libia- e per la nostra imbarazzante politica estera recente che ha fornito un palcoscenico internazionale alle buffonate di Gheddafi.
A questo si aggiunge la sostanziale divisione del governo(?) italiano con il B. in tutt’altre faccende affaccendato e comunque dispiaciuto per l’amico Gheddafi, ma incapace di sostenere una posizione coerente alle sue idee in pubblico, la Lega cui interessa solo ed esclusivamente il controllo dei flussi migratori e un pezzo di ex-AN che si diverte a giocare coi soldatini.
Fondamentalmente dei libici non gliene fotte niente a nessuno.
PS l’ultima volta che Francia e GB si infognarono militarmente in una crisi in quell’area gli andò molto male e fu sancita la loro irrilevanza/subalternità agli USA nello scacchiere internazionale.
Pubblicato il 22 marzo 2011, in Politica con tag Libia. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.
Il problema ora è Lampedusa…