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Voti assoluti e trend elettorali


E’ da diverso tempo che osservo l’andamento di quelli che io chiamo i “voti assoluti”, cioe’ l’effettivo numero di voti che un partito prenderebbe al netto dell’astensione e degli indecisi, insomma il loro zoccolo duro di partenza in caso di competizione elettorale quando il bacino degli astenuti e degli indecisi si andra’ a prosciugare. Astensione e Voti Assoluti

Nell’immagine potete dunque vedere l’andamento di questi voti negli ultimi 12 mesi.

 

La prima osservazione da fare e’ pero’ sul grafico inferiore: in questi 12 mesi, per quanto strano possa sembrare, la media percentuale di voti assoluti (cioe’ il numero di quelli che sicuramente andranno a votare per un dato partito) e’ in discreto aumento, essendo passata dal 50% al 55%.

 

Chi ha beneficiato di questi voti lo si puo’ vedere dal grafico superiore: il Movimento 5 Stelle ha recuperato circa 2 milioni di voti. Puo’ sembrare tanto ma in realta’ 12 mesi fa aveva praticamente dimezzato il patrimonio elettorale conquistato nel 2012.

Il Partito Democratico ha avuto un andamento oscillante per tutto l’anno, tra i 7.5 e gli 8.5 milioni di voti approssimativamente, chiudendo l’anno ai livelli raggiunti dal PD di Bersani. Certo questi voti per Renzi sarebbero un punto di partenza e non di arrivo come furono per il precedente segretario, tuttavia le capacita’ espansive del partito sembrano essersi raffredate e il 2015 sembra essere stato un anno di stagnazione piu’ che di consolidamento.

Consolidamento che invece pare abbia fatto la Lega all’interno del bacino classico del centrodestra. Bacino che, se includiamo i voti di Fratelli d’Italia, non presenti nel grafico, comunque arriverebbe a pareggiare piu’ o meno quello dei 5 Stelle.

Da segnalare anche un piccolo trend in gennaio e febbraio: la curva del PD in queste poche settimane del 2016 e’ in ascesa discretamente ripida, mentre quella degli altri partiti e’ decisamente piatta.

Infine curiosamente c’e’ da segnalare che i picchi di voti decisi si hanno durante le cacanze estive, a cavallo di ferragosto, e invernali, a Natale. Sono numeri probabilmente dovuti allo scarso numero (e qualita’) delle rilevazioni in quei periodi, tuttavia e’ strano che gli eventuali errori sistematici siano verso l’alto e non verso il basso. Una possibile interpretazione potrebbe essere che in quei periodi la percentuale di anziani, che solitamente rimangono in casa in numero maggiore rispetto a famiglie con bambini, che viene considerata nei sondaggi sia piu’ alta e, vista la generale maggiore propensione al voto delle fasce piu’ anziane della popolazione, questo influisca sulla rilevazione.