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Un requiem per i sindaci


Sto seguendo di sfuggita la campagna elettorale di queste amministrative. Un po’ per lavoro, un po’ per la totale inadeguatezza dei candidati. Mi giungono echi di boutade sempre piu’ grosse, evidentemente per scuotere gli elettori dal torpore.

Del resto 20 anni fa si affacciavano sulla scena politica personaggi che avrebbero lasciato un segno, nel bene come nel male, nella vita politica italiana.

Oggi invece, nel migliore dei casi, abbiamo vecchi, rispettabili, elefanti che sono alla ricerca di un degno cimitero o comprimari piu’ o meno passabili ma destinati a rimanere nel migliore dei casi fenomeni locali, nel peggiore paraventi e/o prestanomi della politica nazionale, della quale vivono di riflesso, privi o quasi persino di un qualsiasi spirito civico.

Del resto dai numeri che vedo circolare in giro, nessuno sembra in grado di fare meglio del proprio schieramento, riflettendo piu’ o meno la situazione di sfarinamento che si osserva stancamente a livello nazionale.

Insomma la disaffezione e la mediocrita’ imperano, e non si vede una via di uscita.

Triste fine per quella che fu’ la piu’ grossa e migliore innovazione politica della II Repubblica.

E con il suo spirare, del sindaco leader, credo che spirerà anche la suddetta.

Senza alcun rimpianto, va detto.