Storia controversa dell’inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo
Lo confesso, a me i libri con un titolo lungo mi intrigano, probabilmente per colpa di “Se una notte d’inverno un viaggiatore”. Poi a me l’aglianico piace molto e infine una pretenziosa quarta di copertina poi magnificava questo testo come un capolavoro o giù di li.
Alla fine ho scoperto che e’ pretenzioso anche il titolo visto che non si parla certo della storia dell’aglianico, che e’ solo la scusa che si da’ lo scrittore per tratteggiare le vite e le disavventure di 3/4 personaggi eponimi dell’Italia berlusconiana di inizio millennio.
Insomma nenache fosse “I tre moschettieri”
Il fatto e’ che se la storia e’ carina, la scrittura scorrevole, gli sprazzi di storia patria, dal risorgimento al dopoguerra fino agli anni 70 e 80 danno fiato all’opera, tuttavia i personaggi, per quanto simpatici anch’essi, l’intellettuale fallito, l’imprenditore farabutto e cafone, l’artista in crisi, la manager in crisi per la mancata maternità, non riescono a staccarsi dai loro cliché, se non a tratti.
Il tutto ha l’aria più di un riuscito esercizio di stile che di un chef d’ouvre della letteratura italiana del nuovo millennio.
Comunque, messi i puntini sulle i, non e’ da buttare, anzi.
Pubblicato il 25 novembre 2011, in letteratura con tag aglianico, cappelli. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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