Ancora sul Giro della Padania


Scusate se torno ancora sul Giro della Padania, ma oggi e’ uscito un post di Leonardo, uno che di solito scrive in maniera strepitosa cose su cui sono strepitosamente d’accordo, sul quale non sono d’accordo perche’ lo ritengo un grosso errore (politico).

Il succo della questione e’: che male vi fa se quattro svitati organizzano il giro della padania? Saran pur fatti loro come spendono i loro soldi e il loro tempo no (questo pero’ potrebbe valere anche per il B. credo)? E poi comunque la valle padana esiste, che la chiamate Padania o bacino idrografico del Po che differenza fa?

Le domande paiono retoriche tuttavia partono da presupposti sbagliati. E quindi anche le risposte saranno giocoforza sbagliate.

Innanzitutto chi organizza questa gara non e’ uno svitato. Sono ministri e figli di ministri, nonché’ consiglieri regionali, appartenenti a un partito che ha come obiettivo, nell’ art.1 dello statuto, la dissoluzione dello stato italiano de facto, e c’e’ da aggiungere ci stanno pure riuscendo.

E quindi la corsa che organizzano ha una valenza simbolica e politica, come pure la pagliacciata di Miss Padania.

E qui verte la discussione: i simboli e la loro valenza politica. Direi che la casistica dell’uso dello sport come propaganda politica e’ cosi’ vasta che si fa fatica a menzionarla: Hitler che usa le Olimpiadi per mostrare la potenza del Reich, gli atleti dopati dell’est per mostrare la superiorita’ del comunismo, la diplomazia del ping-pong tra Cina e USA, i boicottaggi delle olimpiadi di Mosca ecc. ecc.

Ignorare questo aspetto della questione mi sembra quasi criminale. Questo proprio perché l’identità padana e’ una finzione i leghisti hanno bisogno di questi simboli per auto-accreditarsi.

Sono anni che li creano o li manipolano, vedi la vicenda del Sole delle Alpi, simbolo assolutamente slegato da una precisa connotazione territoriale ma tuttavia assunto a simbolo della padania con relativo imbrattamento di luoghi pubblici teso a marcare il territorio e a far sentire stranieri chi quel simbolo non si riconosce.

Son meccanismi elementari, come i feticci posti ai margini delle aree sacre, ma han funzionato per una minoranza di persone che son convinte ormai che la padania esiste, anzi e’ sempre esistita.

Ed e’ proprio per questo che i simboli non possono essere ignorati, anche se e’ il Trota ad organizzare la corsa, perche’ i simboli trascendono i quattro buffoni che li usano.

Per cui male ha fatto l’UCI ad accettare di partecipare a una corsa simbolica, e peggio ancora fanno coloro che non si rendono conto di questi problemi.

E fa bene RC a mettere i bastoni tra le ruote, letteralmente. Serve a ricordare ai leghisti,e agli spettatori, che la val padana non e’ il territorio esclusivo degli omini in camicia verde, ma e’ di tutti coloro che ci abitano, compresi quelli che vengono dall’Africa e oltre.

E se contrastando i simboli ci si espone a qualche buffonata, transeat!, mica viviamo i un’epoca seria, e nemmeno seriosa.

C’e’ poi u altro aspetto della questione da considerare: l’escalation dei simboli. Ogni volta si e’ posta l’asticella piu’ in alto. Prima i manifesti, poi gli adesivi e i simboli sulle scuole e sulle rotonde, prima le bandiere alle gare ciclistiche, poi le statue ai boss della lega infine una gara ciclistica di una certa importanza.

L’escalation sul Sole delle Alpi e’ stata fermata in sostanza dalla vicenda della scuola di Adro.

Cosa dobbiamo aspettare per fermare l’escalation sportiva? La richiesta di un Campionato Nazionale Padano di ciclismo? La separazione del campionato di calcio tra girone nord e girone sud?

Lo stesso vale in politica. Ai leghisti gli e’ stato consentito di fare tutto e il contrario di tutto e infatti adesso ci ritroviamo nella melma anche grazie a loro.

Anche i bambini fanno i capricci e vogliono cose stupide, tipicamente l’ennesimo giocattolino da due euro che trovano sulla bancarella, ma non e’ che li si accontenta perché sono piccoli. Gli si dice no e basta, anche se strillano e piangono, ache perche’ se li accontenti al prossimo giro vogliono tutta la bancarella.

Che poi e’ quello che e’ successo con i leghisti.

UPDATE: Leonardo insiste e io son sempre più convinto che sbaglia, che non si possono lasciare andare in giro deficienti con una tanica di benzina e un accendino in mezzo a un bosco

Pubblicato il 9 settembre 2011, in Politica, società, Uncategorized con tag , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 8 commenti.

  1. Il tuo amico Leonardo censura i commenti. Gli ho semplicemente detto che, se si inventano il Giro della Repubblica di Salò, dobbiamo stare zitti altrimenti li legittimiamo.

    • sfortunatamente non lo conosco di persona, comunque mi pare che sul blog gliene stiano dicendo di cotte e di crude (e lui risponde piccato)

      Cmq trovo il tuo paragone con il Giro della Repubblica di Salo’ particolarmente azzeccato.

    • In generale non censuro i commenti (cancello, quando ci riesco, doppioni e offese gratuite), ma devo dire che la piattaforma è molto instabile e cancella anche molti commenti che faccio io. Come si vede dal resto dei commenti, non ho nessuna difficoltà a pubblicarne uno negativo.
      Posso rispondere che la Repubblica di Salò è una nazione fantoccio che si è macchiata di crimini contro l’umanità, mentre “Padania” è – secondo me deve restare – una semplice espressione geografica.

      • Ciao Leonardo, grazie per la risposta.

        Io pero’ continuo a credere che tu stia sbagliando. Ad esempio il concetto di “razza ariana” e’ perfino piu’ vuoto di quello di Padania, visto che di razza umana ne esiste al momento una sola, eppure ha portato a una guerra mondiale e a uno sterminio inenarrabile.

        Per cui continuo a pensare che sottovalutare simboli solo perche’ i loro alfieri sono dei buffoni e’ pericolosissimo.

  2. PADANIA: UNA TERRA AL COLLASSO

    Il “Giro della padania”, come le ronde padane, come il rito dell’ampolla, come il film corale della Lega, “il Barbarossa” di Renzo Martinelli (regista dei kolossal flop – trenta milioni di finanziamento), che voleva essere il Te Deum della Padania libera, consegnando alla storia del cinema anche il fotogramma di Umberto Bossi in primo piano e, federalismo compreso, appartengono a quella serie di baggianate mitiche (pirlate celtiche) che hanno contraddistinto, caratterizzato e definito una delle formazioni politiche più burine, incolte e grottesche, che un parlamento abbia mai ospitato! Seconda solo al berlusconismo!!
    Vorrei ricordare ai signori della Padania che, in soli cinquant’anni, hanno trasformato il loro territorio in un deserto. Pesticidi, diserbanti, antiparassitari e intrugli chimici di ogni genere, hanno, per sempre, resa sterile la terra (un tempo) più fertile e produttiva del nostro paese. L’uso e l’abuso, poi, di tonnellate di fertilizzanti, di concimi chimici, e alimenti dopati per uso animale, fanno dei prodotti di questa terra, quanto di più inquietante potremmo trovare sulle nostre tavole.

    Nell’acqua usata per irrigare campi e prati, sono disperse percentuali inimmaginabili di diossina, metalli pesanti, arsenico, pcb, clorurati, e un’infinita varietà di veleni industriali che una moltitudine di fabbriche fumanti riversano nei fiumi, trasformandoli in cloache a cielo aperto. La loro flatulenza e miasmi, si mescola poi con l’aria circostante già pregna di CO2 e fumi tossici di ogni natura.

    L’Italia del nord, risulta essere uno fra i tre posti più inquinati e caotici del pianeta. Ha inoltre il primato e il vanto di ospitare la più grande industria chimica d’Europa. Tradizioni e folclore, di un tempo, si sono ridotti ad una fotocopia sbiadita, ad una festa volgare e patetica, dove il vociare scomposto riflette una realtà miserevole e in decomposizione. “E la gioia, per lo più, é assente. Essa sola, ha disertato la festa”. A.S.
    Una gran parte dei prodotti di questo territorio sono OGM.
    Il mare Adriatico, partendo dal golfo di Trieste in giù, fino a Bari, è uno fra i mari più inquinati e contaminati del Mediterraneo (e non solo). Come non potrebbe essere diversamente, quando la più grande industria chimica d’Europa, orgoglio dei padani, ha sede nel caotico Nord?
    In questa enorme vasca da bagno, si riversano alcuni dei fiumi più tossici d’Europa e del Mediterraneo. Il Po’, fiore all’occhiello della Lega e meta di riti comico-pagani, accoglie nel suo percorso verso l’Adriatico, affluenti come, il Lambro, l’Olona, il Ticino, l’Oglio, il Mincio, l’Adda, il Sesia, l’Arno (una vera fogna) ecc, e infiniti rigagnoli e torrentelli che, con il loro carico di bombe chimiche (pcb, diserbanti, pesticidi, fertilizzanti, metalli pesanti, & c.), vanno ad aggiungersi alle flatulenze e miasmi del “Grande Fiume” padano per finire, come lo scarico di un grande cesso, nell’Adriatico selvaggio che erboso “era” come i pascoli dei monti!! Gli estrogeni, derivanti da fonti animali, sono 50 volte superiori alla media – un dato, più che allarmante! Una vera calamità!
    Se a tutto questo, aggiungiamo gli infiniti scarichi delle stazioni balneari, e le tonnellate di abbronzanti, creme rassodanti, snellenti, tonificanti e rivitalizzanti ( trionfo della chimica) che milioni di bagnanti senza speranza, cospargono sui loro corpi deformati da anni di sedentarietà invalidante al chiuso di asfittici e mortificanti uffici e di malsane fabbriche fumanti, allora, ogni speranza a trascorrere una vacanza salutare e rigenerante, viene miseramente disattesa.
    Non possiamo non considerare, nonostante la loro natura (in parte biologica), migliaia di ettolitri di urina, sputacchi e scorregge che pur mimetizzandosi fra le torbide e basse acque, concorrono ad elevare la percentuale di inquinamento del “Grande Stagno”.
    Ciò nonostante e per un perverso meccanismo introdotto dal “profitto ad ogni costo” (che, sulla mistificazione della realtà ha mercificato ogni cosa e valore), il litorale adriatico è costellato da “bandiere blu” a certificare il massimo livello di qualità di queste mete turistiche e di uno svago senza precedenti!
    Un altro primato della civile ed evoluta Padania e regioni del nord in generale, é il consumo, di farmaci antidepressivi e di cocaina. Lo dice il “Rapporto Osservasalute 2010” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Un dato, che misura nel merito, il grado felicità (oramai sotto lo zero) di questo popolo e il suo livello di frustrazione e repressione. Una condizione patologica grave, dal potere destabilizzante che, per reazione, relativa a un singolare spirito autoconservazione dai connotati psichiatrici, finisce per innescare pulsioni secessioniste, odio razziale, manie di persecuzione e gravi patologie del sistema nervoso con relative conseguenze. L’assenza poi di una cultura fortificante, solidale e socializzante, tradisce ogni forma di consapevolezza, annullando così ogni gratificante e rigenerante impulso di autostima.
    Per tanto, parlare di evoluzione del popolo padano, è a dir poco sconcertante. Da una sommaria osservazione dei “volti” e, dell’aspetto in generale di alcuni fra i suoi più eminenti rappresentanti (Maroni, Bossi, Speroni, Borghezio, Calderoli, Trota & C.), viene più facile pensare ad una mutazione genetica degenerativa. Poveri Celti!!

    Vorrei anche sfatare il luogo comune che li vuole lavoratori instancabili e indefessi, ricordando loro che, la fatica dell’uomo veramente evoluto, è l’espressione della sua volontà e della sua conoscenza che, in virtù di tradizioni millenarie e nel rispetto della natura e delle sue leggi, si esercita e si esprime con la sola forza delle braccia e con l’umiltà della bellezza.
    Quella delle società industrializzate, in verità, non è che una moderna forma di schiavitù – un lavoro a perdere; l’applicazione sterile, privata di ogni contenuto rigeneratore e gratificante; l’illusione di esseri liberi, in una società che opprime.

    Tutto questo, è il risultato di un’ignoranza coltivata nel tempo e di un arrogante infantilismo che, nel razzismo e nell’omofobia, fa esplodere tutta la sua violenza giustizialista, espressione di assenza di consapevolezza e di cultura.
    Presto, quando la disoccupazione nel settore dell’industria, raggiungerà livelli tali, da spazzare via ogni dubbio sulla gravità della situazione attuale, dovremo essere in grado di riconvertire lavoro in fatica, la subdola tecnologia in manualità specializzata e l’arido apprendimento, nell’ancestrale conoscenza. Sono questi i soli strumenti idonei e indispensabili per sopravvivere ad una tragedia annunciata da tempo, dalle persone ragionevoli.

    La pianura Padana, presto, presenterà il “conto” ai suoi abitanti che, ahimé, non sapranno onorare.

    GIANNI TIRELLI

  3. ma perchè l’idea di una repubblica del Nord che poi si può chiamare Padania o in qualunque altro modo volete voi vi fa tanta paura? Tutti e sottolineo TUTTI noi cittadini del Nord, compresi i meridionali che vivono al Nord, sia che votiamo Lega, sia che votiamo Pdl, sia che votiamo PD o IDV o Sel o Udc o La Destra o qualsiasi altra cosa, avremmo solo da guadagnarci se il Nord si staccasse dall’Italia, pensate a quante strade, scuole, ospedali si potrebbero costruire con i miliardi di euro che resterebbero al Nord invece di finire alle varie mafie del Sud

    • Gia’ cosa avremmo mai a temere da uno stato razzista e xenofobo, gestito da ignoranti pluricertificati come il Trota e finanziato dai soldi che le mafie del Sud investono nelle attivita’ economiche e immobiliari al nord?

    • Gia’ cosa avremmo mai a temere da uno stato razzista e xenofobo, gestito da ignoranti pluricertificati come il Trota e finanziato dai soldi che le mafie del Sud investono nelle attivita’ economiche e immobiliari al nord?

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