Una prima (amara) analisi sulle primarie milanesi
Molto francamente, le primarie milanesi sono andate male, e oggi mi stona abbastanza il commento di Maltese, che ricalca le mie speranze di ieri.
Ed e’ andata male innanzitutto per il numero di votanti, circa 67mila, che si e’ rivelato inferiore ai votanti per Ferrante nel 2006, quasi 82mila, e di poco superiore ai votanti per le primarie per l’elezione del segretario PD, 66mila, lo scorso anno. E questo a indicare probabilmente che nessuno dei quattro contendenti sia stato in grado di parlare alla citta’.
Giusto per fare una semplice proiezione, utilizzando i risultati delle primarie e delle elezioni 2006, questi 67mila voti alle primarie equivalgono grossomodo a 250mila voti in città, probabilmente appena appena sufficienti a passare al secondo turno, nel caso si presentasse Albertini contro la Moratti.
L’altro motivo di amarezza e’ forse anche piu’ grave. Nella chat di ieri su Termometro Politico, dove si commentavano i risultati delle primarie, e’ emerso chiaramente come esse siano state usate per un regolamento di conti contro il PD, non certo per indicare il nome del candidato sindaco. Come conseguenza -giusta peraltro- i vertici del PD lombardo si son dimessi, speriamo almeno in modo serio e non giusto per “far vedere”.
Considerazioni che son confermate dai sorprendenti ostacoli trovati da Termometro Politico a fare le rilevazione degli exit-poll, e confermate dai dimissionari di cui sopra.
Rimangono insomma in campo amarezze e rancori, destinati ad autoalimentarsi nel caso in cui Pisapia venga sconfitto, in un concerto di rivalse e contro-rivalse, accuse e contro-accuse, assolutamente stupide.
Insomma un’altra prova di sconsolante stupidita’ dalle dirigenze dei partiti di sinistra e dei loro militonti, intenti piu’ a beccarsi tra loro che a fronteggiare l’avversario comune.
Insomma a meno di un altro miracolo a Milano, un’altra occasione persa per la città e per il Paese.
Pubblicato il 15 novembre 2010, in Partito Democratico, Politica, società con tag Boeri, Cornelli, Curzio Maltese, dimissioni, Majorino, Martina, Milano, Pisapia, primarie Milano, Termometro Politico. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 6 commenti.
Sono da sempre pro-primarie, ma è chiaro che noi corriamo con i piedi legati.
E’ da valutare se è il caso di NON renderle obbligatorie, proprio per potenziarle, al fine di contrattarne le regole caso per caso (inutile cercare il regolamento omnicomprensivo che non si può scrivere).
Questo presuppone una fiducia nel segretario (nazionale ma anche locale) al fine di forzare una condivisione preventiva delle regole e delle modalità, e della correttezza con cui presentarvisi.
Ho scritto dell’argomento anche qui:
http://coccaglioolioepeperoncino.wordpress.com/2010/11/15/pd-e-primarie/
il problema non credo sia questo. Boeri probabilmente era un candidato debole, partito in ritarto. Fa specie peraltro che il PD non sia in grado di presentare un suo iscritto alle primarie a Milano da anni. Per dire, a Napoli ce ne sono almeno due. Il problema e’ che queste primarie son state vissute come un’ordalia contro il PD da parte di una buona fetta della sinistra milanese, quella per intenderci che ha perso 50mila voti in 4 anni. A cosa possa portare un voto vissuto in questa maniera, non so, ma temo a nulla di buono. Meritiamo di essere piastrellati dal B. per i prossimi venti anni.
Proprio per quello voglio un segretario locale forte che contratti con gli altri: le primarie si fanno a queste condizioni.
Dobbiamo smetterla di sacrificarci per la causa. E’ ora di alzare la voce. Ogni tanto
Cmq la cosa divertente sara’ che quando avranno finito di massacrare il PD e il povero Boeri -uomo del cattivissimo Penati- e si accorgeranno che Pisapia e’ un iper-grantista che voleva la separazione delle carriere tra i magistrati, e quindi cominceranno a sparare a palle incatenate anche contro di lui.
(sto sentendo Travaglio sciacallare contro il PD in questo momento: ormai lo schifo)
A volte mi chiedo se veramente Travaglio voglia cacciare il B.